Alla fine degli anni ’80 aprii il Winspeare Monk Jazz Club, in onore del grande Thelonius Monk. Lucio Dalla frequentava Ponza. Era solito cenare al ristorante Eea, poi raggiungeva il Winspeare e si sedeva sempre al solito tavolo, in fondo, vicino al mare.
In quei giorni al Winspeare suonavano quattro jazzisti di livello altissimo, forse tra i massimi che l’isola ha mai ospitato insieme: alla chitarra Fabio Zeppetella, al contrabasso Ares Tavolazzi (lui e Demetrio Stratos furono i fondatori degli Area), lo stesso Tavolazzi dopo una esperienza in America divenne il contrabassista di Paolo Conte, ma prima anche di Guccini e dei Nomadi; alla batteria Fabrizio Sferra che accompagnò nella sua ultima tourné in Italia Chet Baker; al piano l’emergente Roberto Ciammaruga.
Una sera ci venne a trovare proveniente dal Siena Jazz uno dei massimi critici mondiali di Jazz Ira Gitler: chi non ricorda le sue recensioni dietro i famosi 33 giri de “I grandi del Jazz”.
Un astante riconobbe Lucio Dalla e allora chiese il microfono a Fabio Zeppetella che rimase sorpreso e lo salutò chiedendo un pezzo per lui. Dalla si alzò in un applauso generale e il pubblico del Winspeare si alzò in piedi nella compostezza ed educazione proprie dei veri amanti del jazz… La serata proseguì con Ira Gitler che scambiò qualche battuta con lui, poi i quattro si sedettero per salutarlo. Dalla disse che gli piacevano quelle note di jazz mischiate con la risacca delle onde, sotto la banchina del Winspeare.
Ira Gitler da New York mi mandò il pezzo che aveva scritto sul New York Times.
Dalla ci lascia queste immagini semplici e concrete, di uno che amava la grande musica…
Certo erano anni che ben altre persone fruivano delle magnificenze di Ponza. L’atmosfera era diversa.
Grazie Lucio della tua fugace presenza con noi.