Ponza d’Autore 2018

 

Il mio monologo di apertura

“Sogno di luglio di un’isola che non c’è”

Isola, bellezza e follia, dolore e passione. Vulcano dalle viscere della terra, dagli abissi del mare alla luce del sole a creare
la tua immortale bellezza. Quanto di te mi appartiene, quanto di te
ho dovuto amare e soffrire nel viaggio della vita.. Ti ho sognata nel mio peregrinare lungo le sponde del mediterraneo. Ti amo isola, prendi questa mia dichiarazione d’amore e fai la tua legge. Amare è non pensare, io non ho filosofie, ma sensi, se parlo della natura e della sua bellezza, non è perché io sappia cosa essa è, ma perché la amo. Perché chi ama non sa mai quello che ama, né sa perché ama, né cosa si ama, perché amare è l’eterna innocenza. Allora Isola eccoci l’uno di fronte all’altro in questo sogno di bambino, perché nessuno sa sognare meglio di un bambino. Solo i poeti e gli artisti sognano perché continuano a rimanere bambini. Isola con la tua immortale Bellezza, che acceca, ma può anche distruggere o annegare, cosa farai di me e di noi uomini che adesso ti abitiamo, che ti amiamo, o ci illudiamo di amarti. Cosa desideri da noi, dal nostro comportamento, dal nostro vivere quotidiano, lungo i tuoi lidi, sulle tue spiagge, tra le piazze e le logge. Rendici i tuoi desideri, le tue ansie il tuo respiro, Isola. Non sono forse nati gli Dei dalle isole. Essi ci guardano, spiano i nostri atti, il nostro dire, l’etica e la morale, le nostre emozioni, affinché noi e l’isola possiamo vivere in armonia. La bellezza pretende l’essere buoni. Kalos kai agatos, il bello e il buono, gli antichi greci ci hanno dato gli strumenti affinché la vita possiamo viverla nell’armonia, nella serena convivialità. L’amore protegge la bellezza. Isola bellissima, ti sogno galleggiare sul mare alla deriva in questo mediterraneo dalle acque ancestrali. Ti vedo con i tuoi bambini che giocano sulle spiagge e si rincorrono nella bassa marea a raccogliere conchiglie. I bambini che suonano il pianoforte ad osannare la tua bellezza di ninfa. Che alzano le vele lungo le tue coste e guardano ammaliati i tuoi colori, i tuoi silenzi. I bambini sanno parlare col silenzio. I bambini che sanno remare, che sanno parlare ai delfini e alle balene, che pitturano la loro anima con le onde del mare e gli uccelli. I bambini che scrivono poesie. I bambini che vivono lungo i tuoi lidi, tra le rocce, sugli scogli, che gridano alle onde la loro gioia. Ogni luogo di te Isola deve essere per i bambini. Sono loro i tuoi futuri guardiani, quelli che ti dovranno proteggere. Ma per proteggerti ti dovranno amare. E tu insegna le loro fragili menti, i loro cuori, le loro coscienze ad amarti.
Vedo i vecchi seduti su tante panchine, lungo le banchine, sui marciapiedi, nella maestosa tua piazza. Sento i vecchi a parlare tra di loro, sotto gli alberi. A raccontarsi la vita, a scrivere le loro storie di uomini di mare, di naufraghi della vita. I vecchi a guardare il mare, i vecchi con i bambini per mano, sulle spiagge a raccontare le favole della bellezza e dell’armonia, a insegnare ai bimbi le rotte della vita. Vedo i vecchi sorridenti, tranquilli, invecchiare sereni, perché hanno una casa, hanno
un dottore, hanno di che sfamarsi, hanno dove sedersi, dove passeggiare. I vecchi che ancora si emozionano davanti alla tua intatta bellezza Isola. I vecchi che prendono ancora una volta una barca per i loro orizzonti inesplorati. I vecchi che ancora pregano in silenzio il loro dio. I vecchi che possono invecchiare sereni nella terra che li ha visti crescere, lavorare, amare, soffrire. I vecchi, figli di quel padre di Ulisse, che attese il figlio dopo i lunghi viaggi che la vita pretendeva. I vecchi sono la tua grande ricchezza Isola, perché i vecchi sono i nostri maestri che ci insegnano ad amare e proteggere la tua sconquassante Bellezza.
Quella che rende la forza della vita.
Isola divina di una maga, la tua eleganza sul mare come una ninfa in attesa, è di quel Dio che si chiama Amore e fa innamorare gli uomini. Tra i tuoi lidi gli Dei ci fanno innamorare, come Ulisse che incontra Circe, che ancora oggi sentiamo la sua forza per queste sponde, a proteggere gli innamorati. E’ questa tua bellezza di Dea, Isola che apre i cuori e porta l’amore che rende felice gli uomini. E noi nuotano come bambini per i tuoi lidi, i tuoi fondali dai mille colori. I paesaggi sono dentro di noi, è lì che diventano paesaggi interiori, i nostri paesaggi dell’anima. La bellezza del paesaggio sta nel nostro essere, nel nostro divenire, nella nostra identità, nella cultura che dobbiamo difendere. Se la nostra anima è bella e buona, allora il paesaggio continua a vivere nella sua Bellezza e tutto ci magnifica la vita. Anche la Bellezza pretende un’anima bella e buona, per essere guardata e amata.
Isola vedo tanti giovani che lavorano, e in armonia vivono sereni, hanno famiglia e una casa. Hanno i figli che vanno a scuola e crescono gioiosi e sani, nella mente e nel corpo. Vedo genitori che insegnano al comportamento corretto i propri figli, vedo genitori che insegnano la morale e il rispetto per tutto ciò che è la vita. Vedo tutti gli uomini che insegnano i figli ad amare e rispettare la tua bellezza Isola, affinché tu rimanga e ti conservi come quella Dea che venne dal mare, dalle viscere della terra. Isola, la tua bellezza è la nostra bellezza, e amare la bellezza, è delle virtù la più nobile. Quella che ci avvicina agli Dei e ci fa essere più felici. Isola, fa della nostra appartenenza i guardiani della tua immortale bellezza, e noi di te la casa dell’armonia, un giardino di epicurea memoria, dove tutti amano vivere.

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