Sul reliquario marino
una cabina mi abita pitturata d’avorio
e un oblò sul cuscino e vedo la prua
la cuccetta l’annuso di legno marino
e l’odore di bucato e di ceri accesi
non ho valigie solo panni addosso
una Kiev un binocolo e un san Silverio
gli oggetti di mio padre e poi i giornali di bordo.
L’accarezzo il legno del letto
e le ruvide lenzuola e l’odorosa coperta di naftalina
è qui che scorgo le figure amate
la scoperta delle nutrienti solitudini
Ora inseguo quelle ore e quei luoghi
e ancora tutto mi abita
nelle mie notti sul mare
il tempo della memoria non è un luogo abitato
certe partenze non sempre hanno un ritorno
alle mutate rive.
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