Vendemmia 2017

I vini sono come le persone. Ci sono quelli puntuali e quelli perennemente in ritardo. Ci sono quelli timidi e introversi e quelli solari e simpaticoni. Vini permalosi, orgogliosi, superbi, modesti, eleganti, raffinati, ieratici, spirituali. Vini tragici e vini comici. Alcuni hanno dei difetti, come quei difetti che ci fanno innamorare delle persone, piccole imperfezioni di un viso o un corpo o di una voce o di un carattere.
Corrado Dottori

UTOPIA

Utopia, il suo nome nasce nel 2010. Ma già prima, agli inizi del secolo si produceva un vino con i vitigni Biancolella, Per’ e palummo ed altri ancora a bacca rossa non ben definiti. Tutti importate da Ischia dai primi coloni nel finire del 1700. . Questi vitigni col trascorrere degli anni e dei secoli si sono caratterizzati fino a diventare piante endemiche dell’isola. Lucia Coppa mia nonna, era l’artefice fino agli anni 40 di fare un vino cerasuolo dai profumi del salmastro. Poi alla morte di lei il vigneto fu dato in gestione e mantenne quasi intatto ogni aspetto. Dal 1980 ho ripreso questa vigna apportando e incrementando e rinnovando dove ritenevo che era giusto. A questi vitigni ho aggiunto Sangiovese, Montepulciano e Falanghina.
Utopia è costituito da uve Sangiovese, Montepulciano e appunto vecchi vitigni in una proporzione che rimane segreta. Questi vitigni terrazzati, crescono a pochi metri dal mare, in mezzo ad una macchia mediterranea. Sono esposti tutto il giorno al sole del sud, e quindi anche soggetti ad ogni vento e tempeste da questo quadrante nelle stagioni dell’autunno e dell’inverno.
Se si naviga nel Mediterraneo e si arriva dall’Africa, a sud dell’isola di Ponza, di fianco al Faro della Guardia, appare al navigatore un territorio fatto da soli vigneti, che come un anfiteatro a balze arriva sopra una scogliera. Qui è Punta Fieno e la scritta Utopia in grande la si vede già da lontano, come a ricordare a chi arriva dal mare che ogni sogno è ancora possibile.
Utopia è un vino anarchico, una boheme. Lo immagino come una donna bella e affascinante, che cammina con le calze rotte e le scarpe consunte, ma ha un vestito di haute Couture. Sono delle imperfezioni che mi innamoro e per cui scrivo versi e faccio vino.

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Paolo Mieli a Ponza d’autore

Paolo Mieli a Ponza d’autore. Luglio 2017

NAVIGARE LA ROTTA di Antonio De Luca, un grande poeta del Mediterraneo.
Il mare ci torna ogni mattina, ogni sera nelle immagini come Mediterraneo, un lago di morte, vediamo galleggiare dei cadaveri. Oggi ci restituisce un’impressione di violenza, ma noi lo sappiamo in fondo al cuore che il mare è quello di Antonio de Luca, è quello di questi versi, è quello di questa serata, questa è una serata dedicata a Ponza, a un’isola e a un grande poeta ma è una serata dedicata anche al mare. È cominciata con delle onde, le abbiamo sentite nei loro ritmi, ed è una serata molto particolare. Io credo che voi siate venuti così numerosi qui stasera per tanti motivi, uno per affetto al poeta che qui celebriamo, ma anche perché noi tutti in fondo al cuore lo sappiamo che quel mare non è quello che noi vediamo ogni giorno, con i cadaveri di cui parliamo, delle armi, che questa è un’immagine per fortuna fittizia, momentanea di quelle onde. Ma il mare vero è un altro, il mare è quello da cui viene tutta la nostra civiltà, il mare in cui si incrociano queste lingue, queste culture, queste religioni.
Tutta la storia della civiltà mondiale, non solo la storia della civiltà dei paesi che circondano questo mare, è una storia che viene da questo mare. Ed è il mare che si vede, alcuni di voi pochi fortunati lo conoscono, dal rifugio che Antonio che si è costruito pezzo per pezzo in modo frugale, con pezzi del suo passato, una casa veramente molto suggestiva, in un posto deserto che si raggiunge molto faticosamente e da cui ha tratto la linfa per questo magnifico libro.
Questo testo, queste poesie in tutte le lingue con reminiscenze fortissime di tutti i posti del mediterraneo è un invito, un’esortazione a guardarlo da soli questo mare.
Io penso che questa serata avrà successo se ognuna delle persone che hanno la fortuna di essere qui stasera, domani all’ora che preferisce si metterà in un punto deserto di questa isola senza gente intorno. E come Antonio, guardando il mare, ricordandosi i versi recitati questa sera in modo così fuso, così integrato, con un’unica voce, dedicherà cinque minuti alle onde del mare, vuol dire che questo libro vi sarà entrato dentro, ed è vi assicuro un balsamo una cosa di ricchezza unica.

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Lusitana … ancora

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Naviganti sulla rotta

L’amico Giovanni Soldini di passaggio dalle isole greche

Marc Innaro

Gregorio Botta Artista e Vicedirettore La Repubblica
Davide De Luca Chef e Artista della cucina mediterranea

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Vendemmia 2017

Vendemmia, l’antico rito e i riti agli dei nella vigna di De Luca

scritto da clemente pistilli il 06/09/2017

Vendemmia, l’antico rito e i riti agli dei nella vigna di De Luca

Vendemmia come un rito antico. A lungo una vera e propria liturgia per i contadini e una tradizione che, nell’era delle macchine, in alcuni luoghi ogni anno ancora torna a vivere. A Ponza, però, c’è di più. La vendemmia arriva ad affondare nel profondo le radici nella cultura classica che permea il Mediterraneo con l’imprenditore e poeta Antonio De Luca che in questi giorni ne ha esaltato tale aspetto.

Nella vigna di Antonio, sui pendii scoscesi del Fieno, si sono dati appuntamento uomini della cultura di mezza Italia e su quel fazzoletto di terra dinanzi a Palmarola, luogo dell’anima e fonte di ispirazione per un uomo in cui la poesia coincide con la vita, le lancette dell’orologio sono tornate indietro di oltre duemila anni.

Domenica scorsa sono stati fatti riti propiziatori a Dioniso e Venere, poi è stata pulita la cantina, approntato un banchetto, effettuata la raccolta e dei grappoli e infine la pigiatura con i piedi, in vasche di cemento. A tavola, come in un simposio greco, sono state lette poesie dedicandole ad Atena, degustando cacciagione, in particolare conigli e cinghiali. Un rito con al centro gli antichi vitigni Biancolella e Falanghina, vecchi di circa 200 anni, e le uve chiamate Utopia da cui si ricava un ottimo rosso.

Un appuntamento in cui De Luca ha anche letto tre sue poesie inedite: Isole, Elegia e A largo di Chiloè.

       

http://www.h24notizie.com/2017/09/vendemmia-lantico-rito-riti-agli-dei-nella-vigna-de-luca/ 

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Tramonti su Ponza


Foto di Luigi Zomparelli
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Presentazione di Navigare la Rotta

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Ponza d’Autore 2017

Giovedì 27/07/ 2017 ore 22.00

Ponza incontra- Navigare la rotta


Articolo tratto da Il Fatto Quotidiano  
https://www.facebook.com/RassegnaDAutore/videos/1368038659899187/

 

https://www.facebook.com/RassegnaDAutore/videos/1369893999713653/

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Marsiglia, sulle vie di Jean Claude Izzo

 

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Sono nato in mediterraneo

 

Navigare la Rotta  è il mio ultimo libro di poesie, una rassegna di poesie scritte negli ultimi 15 anni durante vari viaggi lungo il Mediterraneo e non solo, molte di esse sono tradotte nelle lingue dei paesi dove sono partorite. La nascita di una poesia è come un parto. Questo libro in particolar modo è voluto da Predrag Matvejevic e quindi è a lui che lo dedico in particolar modo. Il fatto che il maestro sia venuto a mancare pochi mesi fa e non l’abbia potuto vedere finito vuol dire che mi manca il suo più importante lettore. Ma lui sta dentro di me in ogni viaggio lungo le nostre sponde, e le sue parole sono parte della mia struttura ossea.
Antonio ha un dono poetico non snaturato da smorfie letterarie, l’avessi conosciuto prima starebbe nel mio Breviario Mediterraneo scrisse quando gli inviai i testi di Adespota. Poi seguirono altre lettere e altre cartoline dalla sua Moster. Quando lesse Vinea Loquens mi scrisse che gli avevo aperto un’altra finestra sul Mediterraneo. Poi arrivò la sua malattia, il silenzio, gli ultimi saluti tramite la moglie. Con Predrag Matvejevic muore anche una parte di me, ma vive più forte di prima quella spinta a viaggiare tra i porti e la gente mediterranea. E’ lui che mi spinge, mi raccontò di Beirut, ecco ora voglio ritornare a Beirut e vivere un poco lì, tra poeti e scrittori libanesi. Sono sicuro che il maestro mi starà vicino con i suoi libri il suo umano sentire di ogni voce.

Antonio è elegante come sono eleganti le sue parole i suoi versi. Per dirla alla Borges, elegante nel senso in cui l’estetica si trasforma in rigore etico. Era inevitabile che il suo pensiero si incontrasse con l’antica Grecia.
Predrag Matvejevic, Roma 2012

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