Sono tanti gli spunti per un poeta e i sogni sono tra questi.
E’ stato così che Antonio De Luca, di Ponza, sognando l’Antigone di Sofocle ha trovato l’ispirazione per i suoi ultimi versi.
Il poeta è tornato ai giorni trascorsi a Buenos Aires e alla rilettura di quell’opera all’interno della nota libreria Ateneo.
Da lì, al risveglio, quella voglia irrefrenabile di prendere carta e penna, facendo prendere forma a “Giornale di bordo”.
Fuggitivi e invisibili
chiamati a dire
della perfezione divina
e la miseria umana
a raccontare di Antigone e Medea
di Odisseo e Itaca
il diritto naturale
il diritto indiscutibile
stiamo per isole
o isolate strade di città
ben nascosti
raccolti in silenzio
pietre ammassate dal tempo
ai margini degli abissi
dove la vita
ci appare
erranti
di esistenze inquiete
scriviamo
la parola e il verso
parole di preghiera e amicizia
di solitudine e amore
la rabbia e l’insurrezione
la vita umana
resistere resistere
liberi e lontani
imploriamo il Fato
la cultura antica
il tempo e l’abbandono
la dimenticanza
le cose e la bellezza
il Mito
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