Dice Tiresia

Tiresia
Chi sei tu? Da quale terra generato…
Da dove arrivi, dimmi il tuo nome 1

Poeta
dove la legge solo
è la notte e il giorno

è la tempesta e il sole
è le stagioni e la passione

dove la legge
è il limite e il possibile
e nessun dio è punitore

la selvaggia bellezza
il vivere la magnificenza
dove l’amore si fa arte

una musa nascosta
mi ha fatto eremita

tra l’arcano oscillare
dei fili d’erba
e il bianco dell’onda

sopra
una terra sorgiva

tra gli scogli
pietre del verbo
dal diritto divino

il mio nome è ancora Nessuno

Tiresia
Che fai lì? È il volere di un Dio? Cosa hai potuto fare?
Quale Ade hai visitato?

Poeta:
È la terra
che muta la sorte

l’imprevisto e l’inaspettato
la rivolta e l’assurdo

l’essenziale della vita
l’Irraggiungibile

il coraggio e la sconfitta
la speranza
e la disperazione

qui parlo
solo con le brave persone
i sogni e le illusioni
il destino qualsiasi
mi è amico
ai morti ho scritto versi
e dedicato gli alti pensieri
coi morti parlo
i vivi sono loro i realmente morti
che nulla più hanno da dire

al dolore della mancanza
ho avuto lacrime
a purificare il viso e gli occhi
e sempre ho accolto lo straniero
la casa ho aperto alle Muse
e la porta non ha chiavi

Tiresia
è quella la terra al confine dell’isola di Circe
maga che trattiene il forestiero,
assetata d’amore
e che tutto dagli uomini vuole
per la sua eterna solitudine

Poeta
gli dei
sono andati via
il mito mi racconta
il loro esilio

ho nostalgia di loro
cosa sarebbero loro
senza di noi mortali
e noi di loro

nella bassa marea
delle sacre scogliere
sono impegnato
a nascere e sparire
e ancora a nascere
e amare e a sperare

quando un poeta si innamora
è il Dio che ama
ma è anche un Dio fallibile

il Mito che svela
l’istante
è eternità

la solitudine di Circe
è la solitudine degli uomini
l’uomo è nato solo
e tale rimane lungo la vita
nella sua miseria
sicché conviene
stare tra le braccia di una donna amata
dopo il tanto vagare
qui dove il silenzio domina
è l’unica salvezza

Tiresia
Qui passò Ulisse disperso da Troia
per volere degli Dei
ed edificò un cenotafio
forse tu conosci il suo rifugio la sua storia
conosci i suoi dei?

Poeta
ho costruito
una casa simile
a quella del padre Laerte
povera e in disparte
lontana dagli uomini
ho gli ulivi e la vigna
passano le rondini
e cantano le cicale la notte
i passeri
fanno i nidi
davanti casa
e i gechi vivono tra le stanze
le voci che parlano nella casa
sono le voci della casa

Qui
tutto ha la lentezza
del tempo primitivo
della meraviglia
del luogo estremo
ascolto le voci della terra
degli uomini saggi
e la virtù non mi abbandona
ho piantato le rose per una Musa

una biblioteca
come un paradiso deve essere
ci ho messo il dubbio
così all’intelligenza ho dato un nome 2

Tiresia
Cosa ti trattiene a stare lì,
non dirmi che ti fermerai in quella terra stregata?

Poeta
Qui ho una via d’uscita
dal tempo

dalla condizione umana
ho la visione del mondo
che vuole essere realtà
qui vive Utopia
tra le maghe la più bella
la strega ultima

qui vive nostalgia
nostalgia è rivolta

Tiresia
Cosa pretendi di vedere da questa poca terra?

Poeta
un veggente, mi ha detto che dal mio villaggio posso vedere quanta terra si vede dall’universo, per questo il mio villaggio è grande come qualsiasi altra terra, perché io sono della dimensione di quello che vedo e non della dimensione di quello che sono, è dentro di noi che un paesaggio ha il paesaggio 3
.
Tiresia
Non hai nostalgia del tuo navigare
del tuo vedere, il mare e le rotte e le isole,
le paure e le gioie della conoscenza, delle scoperte

Poeta
Penso ai miei viaggi
li vivo fortemente
spesso
come se stessi
ancora in quei luoghi

questo rifugio
è la mia biblioteca
i libri profumati
gli arnesi del pensiero

qui ho stipato lo stupirsi
la soddisfazione della fatica
il cambiamento del tempo
il timore degli accadimenti
l’entusiasmo dell’attesa l’incontro ogni volta
con la mia musa
la meraviglia dell’etica e della scelta
la nostalgia
già è oggi

ogni luogo abbandonato
resta in attesa
di qualcosa
ed io sono qualcosa
il Nessuno che porta il tempo

Questo
è il non-luogo
che mi porto dal mare
dai naufragi
dai confini della terra
dai confini del pensiero
una chiglia della nave
le mani callose sugli scalmi
a sudare sui remi
a tendere e rattoppare vele
dove i mari si mischiano
e l’uomo nulla può

ripartirò quando una voce
dell’oltre mi chiamerà
dal silenzio delle origini
dalle profondità dell’Io
a camminare ancora
per altre terre
con una Musa
una speranza al mio fianco
tra nomadi gentiluomini
del mediterraneo
di questa vita mortale
Tiresia tu già sai tutto di me
ed io nulla agli Dei devo
e agli uomini diedi dolore
nella passata gioventù
ma da loro ebbi il perdono
per questo non dirmi profezie
che la vita non mi dia
la serena virtù
nel tempo immutabile
io non ho più vendette da consumare
né perdoni da distribuire
la dimenticanza e la lontananza
sono l’unica vendetta
e l’unico perdono 4

Tiresia
Vuoi essere l’uomo della fuga, della sconfitta, non è da te?

Poeta
Ci sono sconfitte
che hanno la dignità
più alta delle vittorie
qual è il limite
tra sconfitta e vittoria?
La fuga è per salvarmi dalla tirannia

lasciami al Fato
e tutti insieme godiamo
i doni di Dioniso e di Afrodite le gioie

Tiresia
chi è quel demone che al tuo pensiero
infonde parole
di virtù

Poeta
La saggezza sta nel Mito

Tiresia
Se il tuo nome è Nessuno, Itaca ancora ti attende….

Poeta
un veggente mi disse:
forestiero sarà lungo il viaggio per Itaca,
augurati più lungo possibile
e mai scompaia dal tuo pensiero il nome,
non affrettare il viaggio.
Forestiero è Itaca la strada che devi percorrere,
il tempo non ti compete.
Itaca è il viaggio. 5

1 da Omero
2 da Luis Borges
3 da Fernando Pessoa
4 da Giorgio Gaber
5 da Costantino Kavafis

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