Ogni volta lascio Napoli
per un non so dove
poi torno ed è tutto
già subito una bellezza
la memoria
a Napoli questi giorni
è non pensare il presente
ma io non ho mai avuto
un presente
Napoli è il passato
il passato è la sua sirena
Strade dell’ infanzia
Dioniso il sacro
Leucotea
il tempo di Pausilypon
le navi alle banchine
le luci del porto
la brezza marina del lungomare
l’odore del cibo per le strade
le luci della sera
le chiese e le anime del purgatorio
le bancarelle degli animali
i venditori ambulanti
i compiti nelle sere d’inverno
Virgilio e Saffo
Mimnermo e Catullo
carpe diem
la lingua degli antichi
la geografia
che mi porto addosso
e mi da il piacere e la forma
A Napoli sono nato
ho avuto il primo grido
davanti a questo mare salato
a quei carghi in attesa
La memoria è un magma che apre la terra
ed esce
la vita generatrice
Napoli mi diede la bellezza e la rabbia
la poesia e la catarsi
Napoli è il richiamo letterario
metafora di sangue
l’esilio sta nel passato
dove non ho presente
Ma solo il futuro
il vita che ancora non è
la mia prigione
il dolore dolce
del canto di una sirena
È Partenope
la figlia di Melpomene