A volte ritornano

Sopra una stretta
striscia di terra
alta

dal mare
a sud e a ovest
la protegge una scogliera

a nord una collina
da dove arriva
la tagliente pietra
di lava
servita a costruire
gli spessi muri

davanti solo il mare
e l’Africa
il Maghreb
a 500 miglia

la terra vulcanica
è di buona qualità
per la vigna
il fico e il gelso

tra gli scogli
abbondano
legni di straquo
serviti a fare il tetto
e a reggere la vigna

l’acqua arriva dal cielo
e sul tetto cadendo
riempie il pozzo

intorno ai margini
a sud della casa
ci sta il cimitero dei cani

due altari
adornano il giardino
a Venere e Leucotea
in travertino e marmo rosa

ai lati due cipressi
a guardiani

gli ulivi
ai lati dei muri
proteggono la casa
dal cocente sole estivo
e dalle forti burrasche
d’inverno da libeccio

le colonne sul mare
portano le erme
di Omero e Atena

intorno
resti di naufragi
e mercanzie di viaggi

ogni ferro
qui è arrugginito

il sale lo raccolgo
tra le pozze
degli scogli
dove l’onda arriva

nelle stagioni
ogni giorno
tutto è abitudinarietà

il raglio degli asini
il canto dei galli
il lavoro
di qualche uomo nelle vigne

100 mila anni fa
il mare non c’era
e l’ uomo
ci veniva camminando

ci portava l’ossidiana
l’opera primitiva
la meraviglia
il viaggio e la fatica

dormiva
in spelonche di tufo

le terre e i mari
e nessuno
aveva un nome

solo il primitivo pensiero
e le gesta
dominavano
sulla terra irreale

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